Emorroidi in gravidanza, come affrontarle
Le emorroidi sono cuscinetti di tessuto vascolare localizzati nella parte terminale del retto. In condizioni normali non ci si accorge della loro presenza ma, in particolari circostanze, le emorroidi possono gonfiarsi determinando i sintomi di quella che è la malattia emorroidaria. In gravidanza questa patologia insorge tra il 10% e il 35% dei casi, spesso negli ultimi mesi proprio per l’ingrossarsi dell’utero e per la pressione del feto sulle grosse vene della pelvi e sulle vene rettali ed anali.
L’insorgenza di emorroidi esterne in gravidanza può rendere difficoltoso e spiacevole un periodo delicato ed emozionante per la futura mamma.
Emorroidi in gravidanza: come curarle
Le emorroidi si devono prevenire innanzitutto con un’alimentazione ricca di fibre (verdura e frutta, pasta e riso integrali) che stimolano i movimenti intestinali, svolgendo una costante attività fisica ed assumere anche molti liquidi. Senza movimento fisico, e con un’alimentazione povera di fibre e di acqua, la tendenza al sovrappeso o alla obesità conclamata contribuiranno alla comparsa delle emorroidi. Ricorda, anche una corretta igiene intima è una buona soluzione per alleviare la sintomatologia emorroidaria e prevenirne la comparsa.
Pertanto, dopo aver fatto attenzione ad alimentazione e stile di vita, per ridurre il disagio potrai utilizzare una crema rettale come per esempio Proctosoll che agisce sui sintomi delle emorroidi esterne non complicate. Grazie alle proprietà antinfiammatoria, antipruriginosa ed anestetica locale, può aiutarti a ritrovare la sensazione di freschezza e sollievo.
La crema infatti contiene 3 principi attivi:
- Benzocaina ad azione anestetica locale per la riduzione del dolore e della sensazione di prurito;
- Idrocortisone acetato che svolge un’azione antiflogistica per la riduzione dell’infiammazione (dolore, gonfiore, prurito);
- Eparina sodica, anticoagulante per la riduzione dell’edema e del rischio di coaguli.
Il problema delle emorroidi esterne in gravidanza dovrebbe risolversi con il parto ma potrei presentarsi anche nel post-partum come conseguenza di una fase espulsiva lunga e faticosa. E in ogni caso è sempre meglio chiedere consiglio al medico o ginecologo prima di assumere un farmaco in gravidanza.