La seconda tappa del nostro viaggio nei segreti di bellezza delle donne dell’antichità
Benvenute alla seconda lezione di Storia del trucco!
Oggi vi porto in Egitto, patria di un regno longevo e ricco di misteri, e soprattutto di donne passate alla storia per essere state sovrane potenti ed influenti. Molto prima di Cleopatra, che nell’immaginario comune è la regina d’Egitto per eccellenza, ci sono state donne di altrettanta bellezza e influenza. In particolare ricordiamo le sovrane Nefertiti, il cui nome significa proprio “la bella è giunta”, e Hatshepsut, una delle pochissime donne a reggere il regno senza un faraone al fianco.
La cosmesi e la cura di sé nell’antico Egitto erano importantissimi per uomini e donne di ogni classe sociale. Il corpo era infatti considerato “la casa dell’anima immortale” e perciò andava purificato con frequenti lavaggi e curato con massaggi. Si usavano oli e unguenti profumati a base di incenso, mirra, timo e lavanda, utili anche per proteggere la pelle dal clima secco e caldo. Con gesti di quotidiana bellezza così riuscivano a produrre cosmetici che avessero anche funzione curativa. Una pratica davvero strana era il “cono cosmetico”, cioè un cono di profumo solido, portato sulla testa, che, col calore del corpo, si scioglieva lentamente, scorrendo su viso e corpo e dando, a quanto pare, una sensazione di freschezza.
Anche la depilazione era fondamentale: esistevano prodotti specifici a base di cera, resina o gomma arabica e miele.
Curavano molto anche l’aspetto esteriore, truccando il volto con colori accesi. Per loro la bellezza era fondamentale perché gradita agli dei, tanto che i pigmenti e le miscele usate per il trucco erano preparate dai sacerdoti. Gli occhi erano il punto focale del trucco: erano enfatizzati con il kohl, una miscela di galena nera (non è altro che solfuro di piombo) e grassi animali, cera d’api o resina. Il kohl veniva applicato con un bastoncino di legno lungo il contorno delle palpebre e allungato verso l’esterno. L’occhio assumeva così una forma a mandorla ritenuta molto sensuale. La malachite verde e il turchese invece coloravano le palpebre, assieme al giallo dello zafferano, per le labbra invece era fondamentale l’ocra rossa.
La cosmesi egiziana inoltre inventò una sorta di fondotinta, costituito da biacca, o polvere di alabastro, o carbonato di soda, che miscelate con miele o altri tipi di grassi venivano spalmate sul viso. La pelle veniva schiarita in modo da far risaltare di più gli occhi.
Cleopatra, regina di bellezza
Famosa è la cura maniacale che Cleopatra aveva di sé. La regina purificava la pelle con farina d’avena, faceva il bagno nel latte d’asina per mantenere la pelle elastica, curava i capelli con l’olio di cocco. Pare che in realtà non fosse davvero bellissima, eppure ha fatto cadere ai suoi piedi Cesare e Marco Antonio. Direi che possiamo prendere ispirazione per la nostra skincare, vero?
Cosmetici o veleni?
Eppure
inconsapevolmente tutta questa cura estetica era vero e proprio veleno: le
sostanze usate per truccarsi, e in particolare il piombo, sono molto tossiche!
Era altissimo infatti il rischio di irritazioni, infiammazioni cutanee o
addirittura problemi mentali! Ma non è finita qui: il papiro Ebers (ca. 1550
a.C.) riporta la ricetta di un cosmetico fatto con profumi impastati con
polvere di corno e sangue di lucertola!
Insomma,
la cosmesi dell’antico Egitto vi ha ispirato? Usereste mai le tecniche di
bellezza di Cleopatra? Vi aspetto nel prossimo episodio, dove vedremo come le
donne dell’antica Grecia si prendevano cura di sé!
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